Serie C regionale. Bonetti: «Bravi a non mollare dopo l’infortunio di Lanfredi»

ASOLA. La testa è già rivolta all’impegno casalingo di sabato contro Verolanuova ma l’entusiasmo per l’impresa compiuta dalla Ladyleaf Tomasi Auto venerdì sera sul campo di Iseo giustamente è ancora molto.
I biancazzurri sono stati i primi a superare, al termine di un match molto tirato, il forte roster bresciano che ora condivide la vetta del girone A di C regionale proprio con i ragazzi guidati da coach Marco Bonetti. «É stata una grande prova da parte di tutti – rimarca il tecnico asolano – a parte l’inizio, dove loro ci hanno dominato e noi abbiamo perso subito Lanfredi per infortunio ma siamo stati bravi a non demoralizzarci e a restare a contatto nel punteggio. Quando poi siamo riusciti a colmare il gap loro hanno iniziato a perdere serenità e certezze, se poi pensiamo che Iseo è una squadra che viaggia su una media di 80 punti a partita, averli contenuti potrebbe anche averli innervositi. Infatti nel finale hanno sbagliato qualche canestro facile di troppo mentre a noi é andata bene. Credo che, al di là degli aspetti tattici, la chiave di lettura della partita sia stata questa».
Ora Asola é lassù, sarà dura tenere i piedi per terra e continuare a parlare solo di salvezza. «Siccome abbiamo giocato di venerdì alla fine del match con Iseo ho detto alla mia dirigenza che mi avrei completamente staccato la spina lo scorso weekend, godendomi la vittoria e assaporandomi la vetta – svela Bonetti – ma da lunedì la testa è già rivolta a Verolanuova. Arrivano da tre vittorie consecutive ma, vista una classifica non troppo tranquilla e considerando il fatto che verranno a giocare in casa della capolista, avranno motivazioni ulteriori. E ci dovremo fare il callo perché d’ora in poi sarà sempre così». Da valutare le condizioni del play Lanfredi, infortunatosi al ginocchio proprio all’inizio della sfida di Iseo. I primi esami hanno escluso grosse complicazioni, se non una forte usura alla cartilagine, e i tempi di recupero non dovrebbero essere troppo lunghi.
Davide Casarotto

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